Una passeggiata nella storia: la Chiesa di San Domenico

Borgo val di Taro

Dopo aver descritto la splendida chiesa di Sant'Antonino, sono andata in visita alla chiesa di San Domenico, anch'essa nel centro storico di Borgo Val di Taro.

La struttura fu iniziata nel 1449 con una parte adibita al convento domenicano e alla farmacia che gli stessi monaci gestirono fino agli inizi del 1800. 

La parrocchia fu poi restaurata in stile Barocco, e solo recentemente è stata riportata alle sue primitive e semplici forme.                                           
Dal 1600 molte famiglie benestanti di Borgotaro possedevano un sepolcro proprio in questa chiesa, rimasta tutt'ora nel cuore del borgotaresi anche se il ruolo di chiesa principale è svolto dalla vicina chiesa di S.Antonino.

La struttura mostra diversi punti di interesse, a partire dall'ingresso principale con due colonne a fregi caricati, sormontati da stemma. L'interno invece è caratterizzato da tre navate separate una dall'altra con colonne in pietra ed archi gotici, che rendono l'atmosfera seria e solenne.

Appena solcata la grande porta, si notano sia a destra che a sinistra due piccoli dipinti su tela, che rappresentano episodi biblici, ovvero La Peccatrice e il Passaggio del Mar Rosso.

La nostra camminata si inoltra nella chiesa, dove si possono notare diversi elementi caratteristici quali le acquasantiere a fusto in marmo bianco, la statua della Madonna del Rosario e l'Altare di San Domenico di Soriano.

La seconda di queste opere si trova nella navata di destra, collocata in una cappella apposita. Qui viene rappresentata la Madonna che è morbidamente adagiata su una nube, da cui emergono due teste di Cherubini, reggente il Bambino col braccio sinistro. Il grande pregio di questa statua è dato dalla posa raffinata del soggetto e dalla sua espressione dolce e serena.

L'Altare fu creato intorno al XVII secolo e dipinto in finto marmo. Le due colonne che fiancheggiano il ritratto di San Domenico di Soriano sono sicuramente un esempio di decorazione barocca, mentre la vistosa cornice settecentesca ci fa pensare che il dipinto potesse trovarsi al centro di un altro altare o essere parte di una tela più ampia.
 
La grande qualità di questa chiesa, a differenza di quella decoratissima di Sant'Antonino, è sicuramente la semplicità. Semplicità che le fu portata via dal periodo Barocco, ma che le fu ridata con le più moderne restaurazioni. 

Una semplicità che attrae il visitatore che all'inizio non si aspetta, entrando, una tale atmosfera.

Non a caso questa chiesa è teatro di numerosi concerti durante tutto l'arco dell'anno e soprattutto nelle serate estive, poichè ha un ottima acustica e ben si presta a concerti di chitarra classica, e più in generale di musica da camera.
 
Testi e foto di Ilaria Capella