Don Costa...un nome, una storia

Bedonia

Sacerdote di grandi virtù, instancabile viaggiatore, una delle personalità più importanti della nostra vallata.
Una vita intera al servizio della Chiesa, dei suoi parrocchiani e della Madonna di San Marco, alla quale lui era particolarmente devoto.
Stiamo parlando di Monsignor Renato Costa, o come tutti erano soliti chiamarlo, Don Costa...
 
Don Costa nasce a Tiedoli di Borgotaro nel 1921 e prende gli ordini all'età di 24 anni. Nel 1949 viene nominato economo del Seminario Vescovile di Bedonia dove opera ininterrottamente per sessant'anni.
 
In quegli anni iniziano i lavori per la costruzione di un nuovo santuario, in quanto quello già presente, l'antica "Cappellina del Pozzo", era troppo piccolo per ospitare il gran numero di fedeli , ed è così che il nostro Don Costa diventa il protagonista di questo nuovo progetto (che verrà portato a termine solamente grazie alle offerte dei fedeli).

Fin da subito Don Costa è in prima fila durante la realizzazione, ma soprattutto, si dedica personalmente alla raccolta dei fondi nella Valtaro e non, infatti, si reca più volte negli Stati Uniti e in Canada, da cui, durante gli anni seguenti, molti emigrati valtaresi partecipano attivamente, ognuno con ciò che può.
Gli anni passano e piano piano tutto prende forma... la cripta, la cupola, i mosaici, fino ad arrivare a quello che oggi è un importante punto di riferimento per le popolazioni della montagna e anche meta di molti pellegrinaggi. 
 
 
Ultimata l'opera del santuario, gli emigrati negli Stati Uniti decidono di donare altri fondi per la costruzione di un nuovo grande edificio destinato ad orfanotrofio costruito a pochi metri dalla Basilica che, a progetto ultimato, viene consacrato a scuola superiore. Anche qui Renato Costa si impegna personalmente alla raccolta di fondi e di materiali, nonostante le numerose polemiche.
 
 
Da diversi decenni ormai sono tradizione, 
qui a Bedonia, i festeggiamenti della Madonna di San Marconei giorni intorno alla seconda domenica di luglio nel piazzale del santuario, tradizione alla quale Don Costa 
ha sempre tenuto particolarmente: 
lui stesso iniziò la tradizione della lotteria e dell'arrivo dei giostranti
 

Non possiamo neppure dimenticarci dell'amatissima e simbolica croce di ferro che Don Renato fece erigere nel luglio 1956 sulla cima del Monte Pelpi, che fa da sfondo al piccolo paese. Proprio per la festa campestre di San Gioacchino, il terzo weekend di agosto, di festeggia con la sua caratteristica illuminazione.
 
Insomma ormai si sarà capito dell'importanza e dell'impronta che quest'uomo ha lasciato nei cuori di tutti noi, anche se non ho mai avuto l'onore di conoscerlo bene, mi manca vederlo sulla sua sedia a rotelle sul lato destro della chiesa durante la messa della domenica.
 

 
Oggi Don Renato Costa non c'è più, ma a Bedonia e in tutte le sue parrocchie possiamo ancora trovare testimonianze del suo operato, non solo dal punto di vista materiale, ma soprattutto da quello spirituale ed affettivo... la sua grande umanità e disponibilità, che fino alla fine non lo hanno abbandonato, il suo essere amico e il suo essere uomo prima di essere prete. 
 
Grazie Don Costa

Autore del post: Linda Mezzetta