Una giornata con la gente della Val Taro

Valtaro

Strada del porcino“. Mi aveva accolta cosi il cartello fuori dell’autostrada e io avevo iniziato a guardarmi intorno curiosa.
La Val di Taro a pochi chilometri da Parma è una valle stretta tra le montagne che confina con la Toscana e la Liguria. Non ci ero mai stata ma le mie aspettative erano semplici: buona cucina, verde e relax.
  
 
Ero preparata a conoscere un luogo nuovo e ad immergermi nel paesaggi di un pezzo di Italia nel cuore degli Appennini e la mia mia giornata in Val Taro era iniziata proprio con una passeggiata in centro e un pranzo a base di specialità locali. Poi eravamo partiti per l’esplorazione dei dintorni, seguendo una stretta strada tra i boschi e fermandoci ad ammirare il panorama che ci si apriva davanti all’improvviso, schivo e bello insieme.

 Quello che non mi aspettavo invece e che mi aveva sorpresa era stato l’incontro con le persone e le loro storie. Le persone fanno parte di un luogo ma spesso nei miei viaggi rimangono un po’ in disparte, facendo da cornice tra un’esperienza e l’altra. Nella mia prima giornata in Valle invece le persone mi avevano avvolta e circondata, con i loro sorrisi e le loro storie.
Elisa e il suo abbraccio mi avevano accolta per primi: lei originaria del borgo o meglio “del sasso“, mi aveva presentato la sua valle.
Il suo racconto però mi aveva incuriosita quando mi aveva spiegato come in Val di Taro sono moltissimi coloro che provenienti da grandi città della pianura o perfino dall’estero, si trasferiscono qui per rifarsi una vita tra le montagne.
 
 
Terra di povertà e emigrazione per tanti anni questa valle ha visto i suoi abitanti scappare in cerca di fortuna ma ora sono in molti quelli che ritornano, magari dopo aver trascorso una vita nella City. Insieme a loro poi spesso ci sono anche i figli, che vengono qui alla ricerca delle radici e poi ci rimangono, così mentre a sei seduto al tavolino di un bar non è insolito sentir qualcuno chiedere un’informazione con un marcato accento British.
 
In Val di Taro sono tanti anche quelli che sono arrivati una volta e si sono innamorati della valle e così, anche senza avere alcun legame particolare con la zona, hanno scelto di tornare e inventarsi una nuova vita proprio in questo angolo di appennino: b&b, agriturismi e ristoranti sono spesso gestiti proprio da coloro che qui hanno portato tutti i loro sogni insieme alla loro passione. Catapultata da una storia all’altra, da un accento pugliese ad uno milanese, io avevo iniziato a guardare la valle con occhi diversi: un luogo dove si va per rimanere, dove si sceglie di vivere e di investire sul proprio futuro.
Così quella prima sera, mentre ripensavo ai volti e storie incontrate durante la giornata, avevo piano piano iniziato a pensare alla Val di Taro come a un luogo un po’ magico, un luogo dove, oltre ai funghi, crescono anche i sogni…
  
Le immagini ed i testi di questo post, ci sono stati gentilmente forniti da Francesca Taioli, autrice ed editrice del blog Patatofriendly.com che ringraziamo affettuosamente.