Giorgio Gaslini: l'uomo, il Maestro e la "musica totale"

Borgo val di Taro

 

 


Lui ha gratificato la mia persona con la sua considerazione e ha sempre incoraggiato e condiviso direi con “giovanile entusiasmo” ogni iniziativa che è stata proposta sia sulla musica, sia su altri eventi culturali, volendo testimoniare con la sua presenza, la Sua condivisione; io gli ho sempre dato la mia disponibilità e la mia amicizia.Si potrebbe parlare a lungo del Maestro Gaslini.
 
 
È stato da sempre uomo di rottura e nel contempo di aggregazione.In occasione del Festival del Jazz di Sanremo nel 1957, dopo che Sidney Bechet, uno dei padri storici del primo jazz di New Orleans aveva proposto al pubblico la sua “nera” musica e in Italia si erano da poco placate le violenti polemiche fra le due fazioni di appassionati: i seguaci del jazz tradizionale e quelli del jazz moderno, si presenta Lui: Giorgio Gaslini, e propone un’opera “tempo e relazione”, che fonde il jazz con l’espressione della più moderna musica d’avanguardia, quella dodecafonica.Nove minuti circa di musica che sconvolgono non solo il jazz europeo, ma aprono gli occhi del mondo classico-sinfonico su questa musica.  
Non temete  questa  non sarà una “lectio magistralis” sul jazz o ripercorrere la lunga e prestigiosa carriera musicale del Maestro Giorgio Gaslini. Altre personalità ben più qualificate, anche recentemente sulla grande stampa nazionale e sui magazine specializzati, ne hanno ricordato l’opera e il 40° anniversario del Suo manifesto pubblico: quello sulla Musica Totale.      


 Per un “fan” di questa musica come sono io, essere a contatto con un grande protagonista, poter vivere nello stesso paese, parlarGli, passeggiare insieme, scambiare le proprie impressioni su qualsiasi argomento da quello strettamente musicale a quello culturale, ha rappresentato il Massimo per me.

Dopo pochi anni segue la conseguente definizione pubblica di “Muisca Totale”.Poi i turbolenti anni ’70 con il concerto nella notte di Natale, eseguito in una fabbrica occupata da lavoratori in lotta per le loro rivendicazioni sindacali (erano i giorni dell’ ”Autunno caldo”); i concerti nelle Università percorse dai movimenti studenteschi in lotta per una scuola diversa; gli incontri nei manicomi a fianco del prof. Franco Basaglia per la chiusura degli stessi e per un diverso approccio nei confronti dei malati di mente, e via a seguire.Uomo di rottura dunque.Ma anche uomo di aggregazione.Quanti sono stati i musicisti di jazz che sotto la Sua guida, il Suo insegnamento, il Suo coinvolgimento, hanno fatto fare un autentico balzo di qualità della loro musica? Il Suo prodigarsi a tutti i livelli per l’introduzione dei corsi di jazz nei conservatori italiani, riuscendovi in quelli di Roma e Milano dove Lui stesso ne ha tenuti per qualche anno i corsi, promuovendo seminari estivi, accogliendo nella Sua residenza di Gorro giovani musicisti convenuti da tutte le parti d’Italia, riunendo e dirigendo ripetutamente grosse formazioni nazionali, lanciando infine sul panorama italiano numerosi artisti che si sono poi affermati anche a livello mondiale. 
Ed anche questa primavera, proponendosi in  video-conferenza dalla Biblioteca Manara agli studenti ed insegnati delle università di Roma 3 prima e di Genova poi, discorrendo di jazz europeo e di prospettive musicali future.Giorgio Gaslini ha avuto l’enorme merito, tra gli altri, nel dopo-guerra, di trasformare il movimento jazzistico italiano, da essere un espressione di goliarda dilettantesca fino a conferirgli un’autentica forma di responsabile professionalità, col risultato che ormai non vi è più distinzione tra un jazzista italiano ed uno europeo o statunitense.
Manca molto a tutti noi, appassionati di musica e non, persone impegnate o semplici cittadini.Manca al Borgo la Sua presenza, la Sua signorile eleganza, la Sua gentile disponibilità, la Sua cultura, il Suo Saluto…Ci rimane però la sua musica; e non è cosa da poco. 
 
Post realizzato dal dott.Ugo Vietti, esperto di jazz e Presidente
del Pio Istituto Manara