SENTIERI

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Tornolo - Cascate e miniere di rame

Giro meraviglioso e facile da fare anche con bambini. Si parte e si arriva dal paese di Santa Maria del Taro, il primo tratto è su strada asfaltata in direzione della località Grondana, si cammina lungo il torrente Taro prima e il Rio Incisa dopo. Caratteristica la vecchia Centrale elettrica. Ad un certo punto, poco dopo il bivio per Pianazzo si gira a sx e si prende una vecchia strada che in poco tempo porta alla più antica miniera, quella di San Giovanni con vicino una cascata meravigliosa che la sorveglia. Questo primo tratto è percorribile anche in MTB. Tornando appena indietro verso la miniera Santa Barbara ci si inerpica lungo uno stretto sentiero che ci porta in quota: da qui in poi le cascate saranno le protagoniste del giro che vi porterà a toccare le località Campeggi e Casoni per poi rientrare al punto di partenza.
Lungo il percorso ci sono punti acqua solo nelle località toccate, da evitare nei periodi freddi per la possibile presenza di ghiaccio e nei periodi troppo caldi.
Bisogna prestare attenzione anche ai ponticelli esistenti nella parte finale dell’itinerario e alla vegetazione che nel periodo estivo può nascondere la parte centrale del percorso. Un consiglio: utilizzare pantaloni lunghi e scarpe da trekking anche nei mesi caldi.  

Adatto a: Escursionismo, Cavallo, MTB (nel tratto centrale dopo le miniere solo per biker esperti), Bambini (solo se allenati a camminare in montagna);

Punto di partenza: Santa Maria del Taro;

Lunghezza: 9,7 km;

Dislivello: 320 m;

Difficoltà: E;

Anello: Sì;

Quota minima: 720 m;

Quota Massima: 1030 m

 

TRACCIA GPS SU KOMOOT: https://www.komoot.it/tour/201787102

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L´Anello delle 8 cappellette - Bedonia

Escursione facile. Adatto a ogni livello di allenamento.

Lunghezza: km 6.66 Tempo 01:54 -3.5 km/h.
Altitudine partenza: 510 mt.
Altitudine massima: 660 mt.
Difficoltà: T (Turistico)
Sul percorso: santuario, cappelle, fontane, punti panoramici.

Il percorso denominato L’Anello delle 8 cappellette è un invito per farvi conoscere il nostro territorio da un punto di vista diverso dall’ordinario, dove anche le cose più semplici diventano meraviglia, tocca alcune frazioni, ognuna con la sua storia e le sue tradizioni ancora oggi vive. Le chiese e le cappelle sono sempre state, prima ancora che un luogo di culto, un punto di aggregazione. 

Partendo dal centro del paese di Bedonia, prendere per via Trieste verso il Colle di San Marco, qui si può visitare la Basilica e la Cappella del Pozzo eretta nel 1600. Proseguire sulla SP359R direzione Montevacà, sulla sx si trova la Cappellina Santa Croce. fu costruita nel 1618 per proteggere Bedonia da una pericolosissima frana che si era staccata dal Monte Pelpi e minacciava l’incolumità del paese, si narra che la popolazione in processione andò incontro alla frana con una grande croce, lo smottamento si fermò in quel punto.

Proseguendo sempre sulla sx prendere per Rio Merlino, qui si trova la Cappellina Madonna della Consolazione del 1863 fu costruita dagli Agazzi, mugnai di Rio Merlino, possedevano 2 mulini che funzionavano con l’acqua trasportata da un canale che passava sotto la Cappellina, nel 1618 una frana la distrusse e fu ricostruita, nel 1863 fu ristrutturata e ampliata. Vi sono state donate sia la statua del Sacro Cuore dalle insegnanti Maldotti di Busseto e 2 statue in marmo di angioletti donati da Rosalba Oppici, nel 2022 è stata posta una targhetta in memoria del maestro Giannino Agazzi.

Tenendo la strada principale verso Fontanabonardi si trova la Cappella dedicata a San Giovanni per poi arrivare a Fontanabonardi dove si trova l’Oratorio Madonna della Neve dedicato alla Vergine che aveva annunciato la miracolosa nevicata del 5 di agosto dell\'anno 352. La “Sagra della Madonna della Neve” viene festeggiata ogni anno la prima domenica di agosto con la messa e una piccola processione, ancora oggi sentita e partecipata.

Proseguendo verso la frazione Libbia, si trova la Cappella di S. Antonio da Padova, protettore dei mali contagiosi, eretta dai coniugi Rossi Antonio “Brunsin” e Fortunata nel 1921 come riconoscimento per la guarigione del figlio dalla febbre spagnola, tutti gli anni il 13 di giugno si festeggia il Santo, la popolazione locale si raduna intorno alla cappelletta e dopo una breve messa si festeggia con torte fatte in casa e un bicchiere di buon vino.
Continuando per la salita che porta alla Libbia di Sopra potete sedervi e leggere un libro nella BiblioLibbia, una piccola biblioteca all’aperto a disposizione dei passanti. Nel piccolo borgo si può trovare foto di antichi ritratti e una tabella informativa sulla sua storia, a seguito della frana del 1616 l’abitato di Februario su spazzato via, il nuovo insediamento venne chiamato Lϋbia dal dialetto Lϋbiau che significa franato.
Proseguendo a destra inizia il ritorno a Bedonia, scendendo si arriva alla Libbia di Sotto e si passa per il Casello, continuando sulla sx si devia per Cavadasca, frazione ricca di fiori e ben tenuta, in fondo alla frazione si trova la Cappellina della Immacolata Concezione di “Cavadasca” l’immagine della Madonna ad altorilievo è in marmo bianco di Carrara. Secondo la tradizione orale, attorno a questo sacro tempietto furono seppelliti i morti in seguito all’infezione di colera nell’Ottocento.

Sosta caffè nel locale lungo la strada, proseguendo sulla sx si devia per Cavignaga, arrivati all’incrocio con via Marazzano si va a dx verso Bedonia, incontrerete la Cappellina del Sacro Cuore, detta anche di “Fanga” 

Minoli Francesco verso il 1920 voleva costruirsi una casa in località da “Fanga”, ma purtroppo lì vicino non c’erano sorgenti, una notte sognò che sotto terra ci fosse una sorgente, essendo molto religioso promise che se fosse stato vero avrebbe fatto costruire una cappellina, trovò l’acqua e mantenne la promessa e la dedicò al SACRO CUORE di GESU’.(era il 1924) In giugno alla sera le famiglie dei dintorni recitano il rosario. Si percorre il viale del Cimitero e si ritorna in paese.
Arrivederci e grazie

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Alla scoperta della sorgente di Pescarone - Bedonia

Altitudine partenza: 510 mt. slm
Altitudine massima: 1.050 mt. slm
Lunghezza: 5,7 km.
Difficoltà: media

 

Il Monte Pelpi (1495 mt. slm) è da sempre ricco di sorgenti alcune anche appena poco sotto la cima.
A 1.050 mt. slm nasce il Rio Pescarone ( ranis piscantur), si narra che fu chiamato così perché particolarmente pescoso di rane.

Percorso

Da Bedonia si parte in direzione Montevacà sulla SP359R, dopo circa 2.5 km.al bivio con Fontanabonardi prendere la strada sulla dx verso Libbia di Sopra, seguire la strada asfaltata fino a che non trovate la freccia indicativa per Pescarone. Parcheggiare. Si prosegue a piedi sempre dritti usando la strada principale circa 30 min.
Arrivati nella piana di Pescarone a disposizione dei passanti un’area sosta con fontana di fonte.

Proseguendo dritti verso nord a circa 300 mt si trova una vasca e appena dopo la sorgente. L’Acqua di Pescarone alimenta il Pelpirana , torrente che scorre in mezzo al paese di Bedonia, il Pelpirana, in località Borio incontra il Taro che è un’affluente del Po.

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Alla scoperta della sorgente di Pescarone

Altitudine partenza: 510 mt. slm

Altitudine massima: 1.050 mt. slm

Lunghezza: 5,7 km.

Difficoltà: media

 

Il Monte Pelpi (1495 mt. slm) è da sempre ricco di sorgenti alcune anche appena poco sotto la cima.
A 1.050 mt. slm nasce il Rio Pescarone ( ranis piscantur), si narra che fu chiamato così perché particolarmente pescoso di rane.

Percorso

Da Bedonia si parte in direzione Montevacà sulla SP359R, dopo circa 2.5 km.al bivio con Fontanabonardi prendere la strada sulla dx verso Libbia di Sopra, seguire la strada asfaltata fino a che non trovate la freccia indicativa per Pescarone. Parcheggiare. Si prosegue a piedi sempre dritti usando la strada principale circa 30 min.
Arrivati nella piana di Pescarone a disposizione dei passanti un’area sosta con fontana di fonte.

Proseguendo dritti verso nord a circa 300 mt si trova una vasca e appena dopo la sorgente. L’Acqua di Pescarone alimenta il Pelpirana , torrente che scorre in mezzo al paese di Bedonia, il Pelpirana, in località Borio incontra il Taro che è un’affluente del Po.

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